Paura e delirio

Incontri sul linguaggio teatrale. Narrazioni oblique sul quartiere.

A cura di Ferdinando Vaselli e Alessia Berardi

Incontro di presentazione 11 ottobre 2017

11 ottobre – 15 novembre 2017

Spazio arci Biancovolta, via delle Piagge, 23 – Viterbo

“Capire bene la gente non è vivere. Vivere è capirla male, capirla male e male e poi male e, dopo un attento riesame, ancora male. Ecco come sappiamo di essere vivi: sbagliando.”
Philip Roth

PAURA E DELIRIO ci pone in una prospettiva deforme. Il laboratorio teatrale non è solo una narrazione del quartiere attraverso interviste, incontri o scritture per la messa in scena di uno spettacolo, ma è un luogo di sperimentazione, di possibilità che nascono dal racconto del reale, nutrendosi di esso per deformarla, per renderla visibile con uno sguardo nuovo.

Ma come nasce il nostro lavoro?

LE STORIE. Da una parte c’è un desiderio. Raccontare storie. Un desiderio vecchio come e più del teatro. Storie ascoltate, vissute, storie reali. Ma spesso, quando andiamo a raccontarle, veniamo superati dalla realtà. Non c’è niente da fare, la realtà ci fotte.. Possiamo affrontarla solamente se andiamo a fondo. Senza pregiudizi. Shakespeare prendeva spesso delle storiacce di nera e le rendeva eterne. Proviamo a tracciare quella strada, proviamo a lavorare sull’umano.

Se decidiamo di usare il teatro, o l’arte in genere, possiamo farlo solo creando una lingua. L’unico modo è sbagliare, sporcare, fare cazzate. Trasformare il reale in atto poetico, la vera possibilità del teatro e dell'arte in genere di incidere sulla realtà che ci circonda. Qua ce lo possiamo permettere, qua sta il nostro raggio di azione.

LE INTERVISTE. Quando una persona ti parla bisogna stare attenti a quello che veramente ti dice, a quello che c'è nascosto tra le parole. Il silenzio ed il rispetto della persona che hai davanti in quanto essere umano sono il presupposto della fiducia e, quindi, di una possibilità di relazione.

Nell'ottica del lavoro teatrale cerchiamo la parte nascosta, la ferita della persona che hai davanti. Coglierla ed elaborarla vuol dire rispecchiare qualcosa che la persona ha dentro, ma che non sa vedere. Attraverso le interviste cercheremo di trovare un linguaggio che trasformi la realtà in qualcosa di più alto, più tragico, più comico, più poetico, più reale del reale. Trasformare tutto questo in drammaturgia e in atto scenico significa cercare e restituire una verità che possa avvicinare il teatro alle persone e le persone al teatro.

IL QUARTIERE MULTIETNICO. È un quartiere sexy per chi cerca storie da raccontare; il conflitto si respira agli angoli delle strade, come l’odore di kebab e cardamomo. Attrae e respinge. Questo può essere un vantaggio, ma anche una trappola da evitare accuratamente. Ci interessa partire da ciò che ci sfugge, che sembra non essere così automatico, così evidente. Proveremo ad andare nel fondo della questione. Ci faremo aiutare dalle interviste, dagli interventi di scrittori, studiosi, giornalisti e da chi il quartiere lo conosce, lo vive. Cercheremo la parte nascosta fuori dagli schematismi, andremo a cercare la città invisibile, alla scoperta della meraviglia.

Informazioni

Incontro di presentazione

11 ottobre 2017, ore 18.00

Incontri

18 e 25 ottobre e 2, 8 e 15 novembre 2017

Orario

Dalle 18.00 alle 20.00

Destinatari

La call è rivolta ai giovani dai 14 ai 35 anni

Costi

Il corso è gratuito

Per candidarsi

Invia una mail con oggetto “Call paura e delirio” culturavt@arci.it

Informazioni e contatti

Email culturavt@arci.it

Telefono 0761.33.39.58

Un progetto di Arci Viterbo.

Progetto realizzato con il cofinanziamento della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale – e della Regione Lazio, art. 82, L.R. 6/99 e ss.mm.ii.