Un No per difendere la Costituzione
Venerdì 23 settembre partecipiamo al corteo cittadino per il No al referendum. Domenica 25 settembre al Biancovolta, l‘Anpi organizza un incontro con Mauro Volpi per spiegare le ragioni del No.
Venerdì 23 e domenica 25 settembre Arci Viterbo partecipa a due iniziative per sostenere il No alle modifiche alla Costituzione della Repubblica volute dal governo Renzi.
Il Comitato per il No, di cui siamo parte, organizza un corteo cittadino il 23 settembre; il corteo partirà da piazza della Repubblica alle 17.00 e sarà un’importante occasione per ribadire l’opposizione a una legge che deforma la Costituzione con uno spostamento dei poteri nelle mani del governo e restringe gli spazi di partecipazione diretta dei cittadini alle scelte politiche.
Il 25 settembre Arci partecipa all’incontro “Votiamo No per contare di più” organizzato dall’Anpi comitato provinciale di Viterbo con Mauro Volpi, docente di Diritto Costituzionale a Perugia, per discutere delle ragioni del No. L’appuntamento è alle 17.30 allo spazio Arci Biancovolta.
Come ribadisce il comitato per il No, dopo l’assemblea del 18 settembre a Roma, il risultato delle modifiche volute dal governo “sarà un parlamento asservito al governo che ne deciderà di fatto l’attività legislativa. Un parlamento che sarà composto da un Senato di nominati, ridotto ad un dopolavoro per consiglieri regionali e sindaci, ad una Camera composta da nominati per almeno i 2/3. La nostra repubblica rischia di passare dall’essere parlamentare ad una governo centrica, perfino con suggestioni presidenzialiste. Le modifiche della Costituzione insieme all’Italicum avranno effetti profondi sui principi fondamentali della prima parte della Costituzione proprio perché la loro attuazione verrebbe affidata a chi avrà il potere di gestirli e realizzarli. La Costituzione ha già oggi molti aspetti inattuati, così si rischia di completare un disegno di svuotamento, del resto suggerito dalle banche di affari internazionali. A questo riguardo esprimiamo grande preoccupazione per l’omicidio di un lavoratore in sciopero a Piacenza, che conferma la caduta dei diritti e della tutela di chi lavora, a cui sono seguite due morti sul lavoro nel giro di poche ore.”