Giornata delle vittime dell’immigrazione
Il 3 ottobre 2016 è la prima Giornata nazionale della memoria delle vittime dell’immigrazione.
Il 3 ottobre di tre anni fa 368 persone morirono annegate al largo dell’isola di Lampedusa. Si trattava di uomini, donne e bambini provenienti dal corno d’Africa, in prevalenza dall’Eritrea, Paese da cui migliaia di persone fuggono dalla dittatura del presidente Afewerki, che dura dal 1993.
Il 16 marzo 2016 il Senato ha approvato in via definitiva la legge che istituisce, in quella ricorrenza, la Giornata della Memoria delle vittime dell’immigrazione.
Nell’ultimo anno le vittime sono aumentate, come più volte l’Arci ha denunciato, a causa di una progressiva chiusura delle frontiere: più di 3500 morti dall’inizio dell’anno. La politica dei muri ha comportato un aumento della somma richiesta dai trafficanti ai profughi e soprattutto un aumento dei rischi per la ricerca di nuove rotte. In particolare il Mediterraneo continua a rivelarsi la rotta più pericolosa ed è ormai diventato un enorme cimitero a cielo aperto. L’ultimo naufragio, avvenuto lo scorso 21 settembre davanti alle coste egiziane, pare abbia provocato più di 300 morti.
I governi europei, a partire da quello italiano, stanno lavorando per stringere accordi con i governi dei paesi di origine e di transito, per chiudere ogni possibilità, anche illegale, di arrivare in Europa (di vie legali per chi chiede protezione o cerca lavoro, come è noto, la legislazione non ne prevede e obbliga i profughi a mettersi nelle mani dei trafficanti per raggiungere l’Europa).
L’ultimo accordo, firmato ad agosto dal capo della polizia italiana Gabrielli con il suo omologo sudanese, consente addirittura il rimpatrio di persone provenienti da una regione, il Darfur (48 sono state già rimpatriate il 24 agosto), dove è noto che uomini e donne vengano perseguitati e uccisi da bande paramilitari direttamente legate al governo. Pensiamo quindi che in occasione della prima Giornata della Memoria delle vittime dell’immigrazione la nostra associazione debba mettere in campo iniziative a livello nazionale e diffuse sui territori.