Dove finisce la città, le opere
Una guida alle opere di Sonia Andresano e Angelo Bellobono per Dove finisce la città.
Dove finisce la città è un progetto espositivo pubblico e itinerante, a cura di Cantieri d’Arte, pensato per dei luoghi liminali della città di Viterbo, individuati nell’ambito di un percorso di mappatura partecipata a cura di Interazioni urbane aps. Sonia Andresano, Sara Basta e Angelo Bellobono, i tre artisti coinvolti nel progetto, hanno attivato delle pratiche collaborative con alcuni gruppi di persone che vivono o gravitano nel quartiere di San Faustino con l’obiettivo di coprodurre interventi e opere pubbliche.
Opere
Sonia Andresano, A cura di, videoinstallazione, 2022
All’interno dei locali in disuso di una ex banca, luogo di servizio riconosciuto dalla comunità, Sonia Andresano installa tre monitor visibili dall’esterno in un gioco di riflessi che cambia durante il giorno e che condiziona la nostra percezione. Nel video, replicato in tempi diversi sui tre schermi, si vedono delle persone che fanno il bagno alle terme libere di Viterbo (Piscine Carletti e Bullicame), prendendosi cura volontariamente della manutenzione delle vasche. Curare e ripristinare luoghi è il senso dell’operazione che Andresano compie, dapprima ripulendo i locali della ex banca e poi realizzando una installazione che, seppur connettendo due atmosfere così diverse (la banca e le terme), riesce a costruire un’ambientazione straniante, imperniata sul paradosso di un luogo del controllo in cui si perdono i confini della visione ed evapora ogni certezza.
Angelo Bellobono, Porta d’oro e Sentiero luminoso, dipinto su tavola, 2022
Attraverso un lavoro di relazione con alcuni residenti del quartiere, Bellobono ha condotto una riflessione sul rapporto tra dimensione urbana e rurale e sul ruolo iconico di alcuni paesaggi che caratterizzano l’ambito naturale che circonda la città. Nelle due tavole dorate, infatti, si riconosce il profilo della Palanzana, il monte più vicino alla città di Viterbo. Durante il percorso di collaborazione con i residenti, Bellobono – che oltre ad essere artista è guida escursionistica e maestro di sci- ha condotto un gruppo di persone nella Valle dell’Arcionello con l’obiettivo di provare l’esperienza dell’attraversamento della natura, di percepire i cambi di temperatura e colore, di provare ad avere una percezione corporea del paesaggio, di “diventare paesaggio”. Il suo lavoro è un ponte che collega un luogo in stato di abbandono ma di carattere monumentale al centro di Viterbo, con un luogo naturale, attraverso una sorta di porta alchemica, uno stato di transizione e di passaggio visionario che allude anche alla possibilità di riscattare il luogo.
Angelo Bellobono, Paesaggi stesi, dipinti su tela, 2022
Nei locali in abbandono dei bagni pubblici, mai entrati in funzione, Bellobono “stende” i suoi paesaggi che alludono alla Tagliata etrusca del Signorino, percorso immerso nella natura che da Porta Faul conduce a Castel d’Asso. Una cucitura tra urbano e rurale, un invito a sperimentare il cammino come immedesimazione nel paesaggio, come reso evidente dai dipinti. Anche il segnale posizionato proprio di fronte all’installazione allude a questa relazione irrisolta tra città e natura
Mappa
Dove finisce la città fa parte delle attività del progetto Limine, percorsi tra urbano e Rurale, progetto promosso da AUCS Onlus e Arci Viterbo, finanziato dall’avviso pubblico Comunità Solidali 2020 D.D. n G14743 del 7/12/2020 Regione Lazio.