Sempre più critiche le condizioni nella Casa Circondariale di Viterbo
Arci Viterbo e Arci Solidarietà Viterbo esprimono preoccupazione per le condizioni all’interno del carcere dopo l’incendio che ha colpito un magazzino dove sonno stipate più di 20 persone.
A distanza di pochi giorni dagli eventi critici che hanno segnato la giornata del 10 luglio nella Casa Circondariale di Viterbo, quali il decesso di una persona detenuta e una protesta in una delle sezioni del padiglione giudiziario, come Arci Viterbo e Arci Solidarietà Viterbo esprimiamo forte preoccupazione per la condizione del carcere di Viterbo.
Continuano gli ingressi di persone detenute per trasferimento e la carenza di spazi comporta l’allocazione di detenuti in stanze e sezioni che non garantiscono il minimo rispetto dei diritti umani.
In questa settimana si è verificato un incendio in alcuni locali che, fino a poco tempo fa, erano adibiti a magazzino e dove, ad oggi, sono stipate circa 20 persone detenute. In questi locali non vi è ricircolo di aria, c’è pochissima luce naturale, le zone dei passeggi non sono adeguate, non esiste uno spazio per la socialità e sembra che in alcune stanze non vi sia luce e acqua.
Il continuo aumento delle persone detenute e la loro gestione non sempre facile, per caratteristiche individuali e per l’appartenenza a circuiti penitenziari diversi, sta portando il sistema al collasso. Non si riescono a garantire i diritti fondamentali, le visite mediche vengono rimandate, i colloqui con gli operatori del trattamento drasticamente ridotti, i tempi per la presa in carico di pazienti psichiatrici e tossicodipendenti si dilatano, i contatti con i familiari sono rallentati. Operatori penitenziari e persone detenute lamentano le stesse criticità: abbandono, invisibilità, impotenza, assenza di ascolto e assenza di sicurezza.
In questi giorni caldissimi in cui le condizioni di vita e di lavoro all’interno degli istituti sono intollerabili, il Governo continua a ignorare l’estrema criticità della quotidianità detentiva, rinviando la discussione di provvedimenti deflattivi, lanciando proclami che generano aspettative costantemente deluse, rendendo il clima in carcere ancora più insostenibile.