Una storia di integrazione

Il percorso di Boubou, un giovane del Mali , dai progetti gestiti da Arci Solidarietà Viterbo Onlus all’autonomia

Trova lavoro in pochi mesi e si sgancia dai progetti della Prefettura gestiti da Arci Solidarietà Viterbo Onlus. Boubou F., 21enne originario del Mali in Italia dal marzo 2014, è uno dei vanti del sistema dell’accoglienza viterbese. Di quella fatta bene, pensata sulla persona.

Il giovane maliano poco tempo dopo il suo ingresso nel nostro paese ha infatti trovato lavoro in un vivaio di Civitavecchia, dove è impiegato insieme ad un amico già dall’estate 2015, rendendosi completamente indipendente a livello economico. Una situazione, che aggiunta alla sua autonomia a livello sociale, lo ha portato a prendere la decisione di uscire dal progetto della Prefettura, “perché non ne avevo più bisogno”. Spiega.

Merito anche di Arci che garantisce, anche ai richiedenti asilo in arrivo dalla Prefettura di Viterbo, l’accoglienza in piccoli nuclei in appartamento, offrendo tutti i servizi che garantisce già ai destinatari dei progetti SPRAR, anche se non dovuti. Sono tanti infatti gli esempi, anche in provincia di Viterbo, di ragazzi accolti in grandi camerate e lasciati più o meno a loro stessi. Non è così per i richiedenti asilo gestiti da Arci. Grazie alle buone prassi, i giovani riescono ad emergere e ad uscire prima dai progetti, trovando lavoro e pagandosi gli affitti. Non senza difficoltà però.

“Ho trovato lavoro a Civitavecchia – ci racconta – ma ho difficoltà a trovare casa lì. Ora vivo a Viterbo e parto presto ogni mattina. Hanno un po’ paura perché siamo stranieri, alcuni non vogliono dare casa a un nero. Quando mi hanno raccontato che potevo trovare questa situazione non ci credevo, ma non tutti gli italiani sono così”. Precisa Boubou F., che non vuole generalizzare.

Anche a Viterbo la situazione non è delle migliori, ma grazie all’aiuto di Arci, le sistemazioni si trovano più facilmente. “A me piace l’Italia, però quando è così mi gira la testa. Non siamo tutti uguali, se qualcuno di noi ha fatto casino, non significa che siamo tutti cattivi”.
La decisione di Boubou F., già indipendente socialmente ed economicamente, di uscire dal progetto di accoglienza arriva anche in seguito all’ottenimento da parte di un suo caro amico del permesso di soggiorno definitivo per protezione sussidiaria.

“Ho visto che non era facile trovare casa, così ho deciso di uscire prima dal progetto e iniziare da subito”. L’uscita è sostenuta da Arci che ha deciso di pagare i primi mesi di affitto dell’appartamento nel quale vive con il proprio amico, nonostante i progetti della Prefettura non richiedano nessun tipo di aiuto nel momento dell’uscita dai percorsi di accoglienza da parte dei richiedenti asilo. Arci ha invece deciso di dedicare a questo parte dei fondi che arrivano dagli uffici del Governo sostenendo chi, come Boubou, ha evidenziato la volontà di integrarsi e la propria consapevolezza e capacità di rendersi responsabile delle proprie scelte e delle proprie prospettive di vita.

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