Bio-distretto: “difendere la biodiversità”

Pubblichiamo il comunicato del Bio-distretto sul piano nocciole della Ferrero nella Tuscia: è importante che simili piani siano discussi alla luce del loro impatto sull’ambiente e sulla salute dei cittadini

A seguito della conferenza stampa sulla questione del piano nocciole da parte della Ferrero, pubblichiamo il comunicato del Bio-distretto. Decisioni come quelle prese dalla Ferrero hanno necessità di esser verificate e discusse sulla base di una valutazione di quanto già la coltivazione del nocciolo condiziona il paesaggio, l’ambiente e la salute del territorio viterbese e dei suoi abitanti. 

La Ferrero ha formalmente presentato il suo piano per la Tuscia. Non è un caso che la multinazionale italiana abbia deciso di investire nel nostro territorio, perché già un terzo del prodotto nazionale proviene da qui, con un totale di ettari coltivati che va dai 25 ai 30 mila. I dati, però, non sono certi. Infatti, a causa della Ferrero, vi è stata una moltiplicazione anarchica dei noccioleti. Ora la Ferrero prevede di inglobare, nel suo piano nazionale, 20.000 nuovi ettari, 500 dei quali solo nella Tuscia. Allora, è bene essere chiari: la nocciola è stata, è e sarà una ricchezza per il nostro territorio, ma è necessario che vengano applicate regole che garantiscano la tutela dell’ambiente, del suolo, dell’acqua, dell’aria e dei cittadini, proteggendoli dall’inquinamento da pesticidi. In caso contrario, la coltivazione della nocciola non sarà che una maledizione. Il destino del lago di Vico, ormai quasi morto per responsabilità non secondaria della irragionevole coltivazione del nocciolo, è un monito per tutto il territorio.

La Ferrero afferma la sostenibilità del suo prodotto, ma oggi si può asserire esattamente il contrario. Da essa, infatti, non arriva nessun messaggio concreto per mettere al primo posto la sostenibilità del nostro territorio e nulla si fa per sostenere la lodevole opera dei comuni del Bio-distretto della Via Amerina e delle Forre, i quali, con ordinanze serie, stanno cercando di tutelare la salute dell’ambiente, dei cittadini e degli stessi coltivatori.

A questo punto torniamo ad avanzare alla Ferrero e all’istituzione provinciale tre chiare proposte: innanzitutto chiediamo di realizzare, prima di creare nuovi di impianti, una seria e severa valutazione della situazione attuale, provando a capire l’impatto ambientale che i 25 mila ettari di nocciolo già presenti nel nostro territorio hanno.

Chiediamo poi che la Ferrero si impegni a orientare una parte della sua produzione verso la coltivazione biologica, garantendo oltremodo il rispetto della biodiversità senza trasformare, in modo irreversibile, il nostro territorio in una monocultura. Chiediamo anche il suo sostegno per la ricerca e le scelte che vanno in questa direzione.

Infine, torniamo a chiedere una seduta straordinaria, un’audizione della Provincia: la moltiplicazione di noccioleti in zone non vocate richiede uno straordinario uso di acqua, e già qui i problemi iniziano a emergere, ma sopratutto, vorremmo discutere con la Provincia il punto fondamentale del controllo del territorio: l’opera delle guardie forestali-carabinieri è preziosissima e lodevolissima, ma è troppo grande la sproporzione fra le forze in campo e la dimensione del territorio.

Noi, come Bio-distretto della Via Amerina e delle Forre, riteniamo che l’educazione e la conoscenza siano lo strumento principe per salvaguardare l’ambiente e proprio in questi giorni, con una serie di manifesti, rinnoveremo la campagna di formazione e informazione. Siamo comunque consapevoli del fatto che la legalità debba esser fatta rispettare.

 

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