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Dolore e rabbia per la strage al largo delle coste calabresi

L’ennesima strage nel Mediterraneo è il risultato delle politiche di criminalizzazione le operazioni di soccorso

Arci Viterbo esprime il proprio dolore per la strage avvenuta ieri mattina al largo delle coste calabresi. Un dolore che diventa rabbia e indignazione quando dal Ministro dell’Interno si definisce “un segnale di attenzione dello Stato” l’essere accorso, a distanza di poche ore, su quella spiaggia e davanti a quei morti. Fatti come quello di oggi si ripetono da anni nel Mediterraneo nell’indifferenza della politica tutta e non accettiamo che si continui ad usare il termine tragedia di fronte a quella che è una vera e propria strage. 

Siamo indignati davanti a chi sostiene che lo Stato non può permettere che donne, uomini e bambini continuino a morire nel Mediterraneo quando non più di tre giorni fa è stato convertito in legge il decreto che ostacola e criminalizza le operazioni di soccorso delle Ong lasciando, di fatto, i migranti al loro tragico destino o ai lager libici. I morti continueranno se l’unica soluzione che lo Stato individua è quella di bloccare le partenze anziché avviare dei ragionamenti seri sull’apertura di canali regolari di ingresso. Come Arci Viterbo nonostante il momento di totale sconforto non possiamo che essere riconoscenti alle tante persone che oggi si sono adoperate per dare supporto ai migranti superstiti e conforto ad un dolore che deve essere il dolore di tutti noi.

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